Potassio: Fertilizzante piante per acquario
Il Potassio (simbolo chimico K) assieme all’Azoto e al Fosforo è uno dei 3 macroelementi che contribuiscono maggiormente alla formazione e alla crescita delle piante. Se prendiamo in esame la composizione a secco di una pianta vedremo subito che il potassio è il macroelemento che contribuisce maggiormente alla crescita del vegetale.

Il rapporto N-P-K stimato sul peso a secco è di 7-1-10; dato che noi in acquario somministriamo azoto (N) e fosforo (P) come nitrato (NO3–) e fosfato (PO43-) possiamo tranquillamente affermare approssimando un po’ che il rapporto ideale tra questi 3 macroelementi è 10-1-15.
Il Potassio nelle piante
Il Potassio è essenziale nelle piante acquatiche per la creazione di enzimi e per la sintesi di proteine, inoltre serve anche per regolare la pressione osmotica e il metabolismo cellulare. Il Potassio è un elemento mobile, questo significa che la pianta in caso di carenze può spostarlo dalla parte più vecchia alla parte più giovane della pianta, ossia alle foglie più vicine alla fonte di luce del nostro acquario.
Questo perché le funzioni fotosintetiche del vegetale si svolgono principalmente nelle parti più giovani e vigorose del vegetale per cui la precedenza viene data a queste ultime, a discapito delle foglie vecchie e meno esposte alla luce. Per questo motivo una carenza di potassio si evidenzierà dapprima sulle foglie più vecchie delle piante, sotto forma di bruciature sui margini della foglia e con piccole necrosi sui lembi della foglia che diventeranno veri e propri buchi.
La crescita della pianta è rallentata e le foglie vecchie cominceranno ad ingiallire. Anche lo stelo della pianta diventa via via più fragile. Un eccesso di Potassio solitamente non è dannoso per le piante, purché non sia presente in quantità doppie rispetto al calcio. Il calcio in un acquario destinato alla coltivazione di piante dovrebbe essere circa 60 mg/lt; se il Potassio supera il doppio di questa quantità diventa antagonista nell’assorbimento del Calcio e questo comporta poi altri problemi.
Ora che abbiamo capito come individuare le carenze di Potassio dobbiamo stabilire una quantità accettabile da immettere nel nostro acquario. Il Potassio è un elemento per cui non esistono i normali test a reagente pertanto risulta difficile misurare quanto ne abbiamo in acquario; noi partiamo dal presupposto che le piante ne assorbono molto e che nelle normali acque potabili è un elemento che scarseggia.
L’acqua in acquario
Il discorso è ancora più semplice se usiamo acqua osmosi ricostruita con i sali in questo caso sappiamo che il Potassio sarà praticamente a zero. Abbiamo visto sopra che un corretto rapporto N-P-K è di circa 10-1-15. questo vuol dire che se nel nostro acquario abbiamo un valore di circa 10 mg/lt di nitrati dovremo immettere almeno 15 mg/lt di Potassio. La legge di Liebig prevede infatti che la carenza di un elemento diventa fattore limitante per l’assorbimento degli altri.
Dato che i nitrati e i fosfati sono facilmente misurabili con i test a reagente cercheremo di basarci sempre su questo rapporto per dosare correttamente il Potassio. Teniamo presente anche che un eventuale eccesso di questo elemento non crea particolari problemi finché non supera il doppio della quantità di Calcio presente in acquario per cui ci conviene abbondare un po’ quando dosiamo il Potassio. Come dicevano i latini: melius adbundare quam deficere.
Il dosaggio del Potassio, come quello di tutti gli altri macroelementi è preferibile suddividerlo in 2 o più dosaggi settimanali per evitare di variare di colpo i parametri dell’acquario favorendo così la nascita delle alghe o creando qualche problema alla fauna presente in acquario. Vediamo ora che prodotti usare per aumentare la quantità di potassio disciolta nella nostra acqua. I prodotti commerciali per aggiungere Potassio in acquario sono principalmente di due tipi.
A base di Solfato di Potassio o a base di Carbonato/Bicarbonato di Potassio. I primi solitamente contengono 50 gr di Solfato di Potassio portati a volume in 500 ml di acqua di RO. Il Solfato di Potassio (K2SO4) ha una solubilità massima a 20°C di 111 grammi /litro, per cui più di tanto non è possibile sciogliere. Detto questo risulta evidente che possiamo procurarci del Solfato di Potassio e prepararci lo stesso dosaggio risparmiando parecchi soldi.
Solfato di Potassio
Il Solfato di Potassio viene utilizzato come fertilizzante e viene venduto nei consorzi agrari in sacchi di varie pezzature,la più comune è il sacco da 5 kg riportante la dicitura POTASSIO SOLFATO NPK 0-0-50. Il costo è di pochi euro al kilo, si trovano anche sacchi da un kilo nei garden ben forniti. Il secondo tipo è composto da Carbonati di Potassio, un classico esempio è ADA brighty K. Questo tipo di fertilizzante è molto utile in fase di start up di vasche con substrati allofani che tendono ad assorbire i carbonati ma a lungo andare potrebbe portare ad inutili variazioni del valore del KH.
Consiglio di usarli solo in abbinamento agli altri prodotti della stessa linea di fertilizzazione per evitare inconvenienti. Altri prodotti che apportano Potassio in acquario sono il Nitrato di Potassio (KNO3) e il Fosfato di Potassio. Dato che non abbiamo modo di fare un test per vedere quanto Potassio è presente nel nostro acquario facciamo un calcolo rapido per poter capire i dosaggi. Innanzitutto vediamo quanto Potassio andiamo ad aggiungere in acquario con la preparazione dell’acqua e con i fertilizzanti.
Se prepariamo l’acqua di osmosi aggiungendo i sali aumentando il KH con Bicarbonato di Potassio sappiamo che per ogni dKH noi aggiungiamo all’acqua dei cambi 14.26 mg/lt di Potassio. Facendo le debite proporzioni riusciamo a sapere quanto potassio aggiungiamo in acquario ad ogni cambio. Se ad esempio preparo l’acqua per il cambio portando a 5° dKH avrò aggiunto all’acqua circa 71 mg/lt di Potassio, qualsiasi sia la quantità di acqua preparata. Ora non resta che calcolarci come viene diluito il Potassio sul totale dei litri in acquario.
Se cambio 50 litri di un acquario da 200 litri avrò immesso (71/200) x 50= circa 17 mg/lt di Potassio. Questo è già un buon dosaggio di potassio; a questa quantità andrò a sommare il potassio che aggiungo se eventualmente fertilizzo con KNO3 e KH2PO4. Possiamo ritenere trascurabile la quantità aggiunta con il Fosfato di Potassio, difficilmente qualcuno supera il valore di 1 mg/lt di PO43- anche in un acquario ben piantumato.
Discorso diverso per i nitrati: se per tenere il valore dei nitrati del nostro acquario attorno a 10 mg/lt aggiungiamo Nitrato di Potassio stiamo inserendo in acquario anche una buona quantità di Potassio.
Considerazioni
Un paio di considerazioni però vanno fatte. La prima è di evitare di fare confusione, non è che se facciamo un test dei nitrati e rileviamo un valore di 25 mg/lt possiamo pensare che abbiamo anche molto potassio in acquario; i pesci con le loro deiezioni non scaricano Potassio, ma Azoto e Fosforo, Nitrati e Fosfati. Quindi è bene prestare attenzione, perché mi è capitato di sentirmi dire “io ho un acquario con 4 pesci rossi, ho i nitrati alle stelle per cui ho anche molto potassio“. Non è così, gli esempi che ho fatto sopra si riferiscono a vasche con scarsa presenza di fauna o addirittura a vasche con sole piante.
In vasche ben popolate dove non serve integrare nitrati e fosfati il Potassio andrà comunque aggiunto. La seconda considerazione riguarda un metodo di fertilizzazione che prevede l’apporto di potassio esclusivamente usando il nitrato di potassio KNO3. Possiamo fare 2 calcoli per vedere quanti nitrati NO3– e quanto potassio K inseriamo fertilizzando solo con Nitrato di Potassio. Ogni grammo di KNO3 è composto da 0.386 gr di Potassio + 0.613 gr di nitrati.
Sembra evidente che a lungo andare per avere una buona concentrazione di Potassio avremo un eccesso di nitrati. Questo, unito a scarsi cambi d’acqua come previsto con questo protocollo, porta a due conseguenze negative: l’eccesso di un macro rispetto agli altri che va solo a vantaggio delle alghe e in più una concentrazione di nitrati di 50 mg/lt che risulta fastidiosa per molti pesci, oltre i 100 mg/lt diventa tossica.
Quanto Potassio devo aggiungere in acquario
La richiesta di Potassio delle nostre piante è sempre abbastanza elevata e dato che il potassio non è misurabile la mia opinione è che un dosaggio corretto per non incorrere in carenze andrebbe valutato anche a seconda delle piante che coltiviamo e degli altri parametri dell’acqua. In genere un dosaggio abbondante attorno al doppio del valore dei nitrati che rileviamo con i test non è mai dannoso e non crea problemi particolari. Possiamo ora procurarci del Solfato di Potassio, reperibile come detto prima, sia nei consorzi agrari che sul noto sito di aste online.
Pesiamo 50 grammi di prodotto e li portiamo a volume con 500 ml di acqua di RO, abbiamo ottenuto una soluzione di cui 1 ml apporta circa 44,8 mg/lt di Potassio a 1 litro di acqua. I 50 grammi sono una comodità per evitare calcoli strani e pesate difficoltose, si possono pesare anche con una normale bilancia da cucina e dato che la solubilità del Solfato di Potassio è 111 gr/lt a 20°C siamo già vicini alla quantità massima che possiamo sciogliere.
La formula
Inutile fare soluzioni più blande così come è inutile tentare di sciogliere quantità maggiori usando acqua calda perché una volta che la temperatura si abbassa il sale in eccesso tende a cristallizzare, avremo solo sprecato sali e non sapremo più con precisione che percentuali abbiamo in soluzione. Conoscendo il litraggio netto del nostro acquario, per sapere quanti ml di soluzione dobbiamo usare per raggiungere il nostro valore target, useremo questa formula:
ml di soluzione = (mg/lt x lt )/ 44.8
Dove mg/lt è il valore che vogliamo raggiungere e lt è la capacità dell’acquario. Ad esempio la nostra vasca contiene 80 litri netti, abbiamo la nostra soluzione di 50 grammi a volume in 500 ml di acqua di RO e vogliamo aggiungere 15 mg/lt di Potassio. (15 x 80) / 44.8 = 26.78. Possiamo arrotondare a 27 ml, come già detto la precisione maniacale non è importante fino a questo punto. Con 27 ml apportiamo 15 mg/lt di Potassio nel nostro acquario.
Suggerisco sempre di suddividere i dosaggi in 2 o 3 dosi alla settimana per non provocare innalzamenti di valori e di conducibilità troppo repentini. Aggiungendo Solfato di Potassio all’acqua dell’acquario andremo anche ad aggiungere dello Zolfo, ma questo è un elemento che serve comunque alle piante per lo sviluppo radicale e per la produzione di clorofilla. Gli eventuali eccessi verranno eliminati con i cambi d’acqua.
Il benessere delle nostre piante e dei nostri pesci a mio parere dipende molto da cambi d’acqua regolari e costanti. L’acquario non è un fiume o un lago, è un piccolo cubo o parallelepipedo di vetro con pochi litri d’acqua, e gli accumuli di nutrienti e le sostanze di scarto di piante e pesci vanno smaltiti in un modo solo: cambiando l’acqua con regolarità. Inutile illudersi del contrario.
Articolo di: Stefano65
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