Perché un alimento buono è importante che sia anche sicuro

Un alimento buono deve essere anche sicuro perché il rispetto dei requisiti per la sicurezza alimentare è fondamentale per proteggere la salute dei consumatori da malattie di origine alimentare.

Gli alimenti possono essere contaminati da batteri, virus, parassiti, sostanze chimiche e altri agenti patogeni o cancerogeni, che possono causare malattie e persino la morte. Inoltre, alcuni alimenti possono contenere allergeni o altre sostanze che possono causare reazioni avverse negli individui sensibili.

L’obiettivo della sicurezza alimentare è di ridurre al minimo i rischi associati al consumo di alimenti, attraverso la prevenzione, la rilevazione e la gestione dei rischi alimentari. Ciò implica l’adozione di misure preventive durante la produzione, la lavorazione, il trasporto e la conservazione degli alimenti, nonché l’etichettatura accurata e la comunicazione dei rischi.

Un alimento buono, cioè di alta qualità e gusto, può essere realizzato solo a partire da materie prime e ingredienti sicuri, e seguendo le migliori pratiche di produzione e di gestione dei rischi alimentari. In altre parole, un alimento può essere considerato buono solo se è sicuro per il consumo umano, poiché la sicurezza alimentare è un prerequisito fondamentale per garantire la qualità degli alimenti.

Quali sono le principali normative obbligatorie che devono rispettare i produttori di alimenti?

Ci sono diverse normative obbligatorie comunitarie che i produttori di alimenti devono rispettare per garantire la sicurezza alimentare dei loro prodotti.  I requisiti obbligatori sotto elencati, non si applicano solamente ai produttori di alimenti intesi come trasformatori.

Ma il loro rispetto è richiesto anche al settore logistico alimentare, ed a tutti gli attori che si occupano di MOCA, materiali a contatto con gli alimenti. Ecco alcune delle principali:

  1. Regolamento (CE) n. 178/2002: stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare dell’Unione Europea, comprese le disposizioni relative alla sicurezza alimentare, alla tracciabilità, all’etichettatura e alla responsabilità del produttore.
  2. Regolamento (CE) n. 852/2004: stabilisce i requisiti generali per l’igiene dei prodotti alimentari, compresi i requisiti relativi alla produzione, alla conservazione e alla distribuzione degli alimenti, nonché le disposizioni sulla formazione del personale e sui controlli ufficiali.
  3. Regolamento (CE) n. 853/2004: stabilisce le norme specifiche per l’igiene degli alimenti di origine animale, compresi i requisiti relativi alla produzione, alla trasformazione e alla distribuzione di carne, latte e uova.
  4. Regolamento (CE) n. 1935/2004: stabilisce le disposizioni per i materiali che possono andare a contatto con gli alimenti.
  5. Regolamento (CE) n. 10/2011: completa il precedente in merito ai materiali plastici.
  6. Regolamento (UE) n. 1169/2011: stabilisce le disposizioni sull’etichettatura degli alimenti, compresi i requisiti per l’indicazione degli ingredienti, delle allergie alimentari, dell’origine degli alimenti e delle informazioni nutrizionali.
  7. Regolamento (UE) n. 2017/625: stabilisce le norme per i controlli ufficiali sui prodotti alimentari, comprese le procedure di ispezione, campionamento e analisi degli alimenti.

Queste normative sono solo alcuni dei principali requisiti che ‘si intrecciano’ a quel mondo che è meglio conosciuto come HACCP, Hazard Analysis and Critical Control Points, che puoi approfondire nell’utile guida che puoi trovare a questo indirizzo: https://www.sistemieconsulenze.it/metodo-haccp/ 

L’obiettivo di tutte queste normative è quello di garantire la sicurezza alimentare dei prodotti alimentari offerti ai consumatori nell’Unione Europea, ed a vigilare su esse nel 2002 è nata Efsa, Authority europea unica per la sicurezza alimentare.

Normative volontarie: sostegno dei consumatori e delle aziende 

Oltre i requisiti obbligatori ci sono una serie di strumenti che le aziende operanti nel settore alimentare, possono implementare fino al raggiungimento di una certificazione alimentare. Rilasciata a seguito di un audit di valutazione da parte di un organismo terzo.

Le norme e gli standard di certificazione alimentare volontaria sono regole e linee guida che le aziende possono seguire volontariamente per garantire la sicurezza e la qualità dei loro prodotti alimentari. A differenza delle normative obbligatorie comunitarie, le norme e gli standard di certificazione sono sviluppati da organizzazioni private o da organismi di settore, che stabiliscono i criteri che le aziende devono soddisfare per ottenere la certificazione.

Tra le principali norme e standard di certificazione alimentare volontaria riconosciute a livello internazionale ci sono:

  • ISO 22000: norma che definisce i requisiti per i sistemi per la sicurezza alimentare.
  • ISO 22005: norma sui requisiti per i sistemi di tracciabilità aziendale e di filiera.
  • GlobalGAP: è uno standard globale per le buone pratiche agricole, che copre l’intero processo di produzione primaria, fino alla  trasformazione in catena di custodia.
  • BRCGS Global Standard for Food Safety: è uno standard di sicurezza alimentare sviluppato dal British Retail Consortium, che si concentra sulla sicurezza alimentare, l’igiene e la qualità dei prodotti alimentari.
  • IFS Freatured Standard: è uno standard di sicurezza alimentare sviluppato dall’International Featured Standards (IFS), che si concentra sulla sicurezza alimentare e sulla qualità dei prodotti alimentari.
  • FSSC 22000: standard nato dai più grandi produttori globali, unisce i requisiti della norma ISO 22000, a quelli di standard tecnici sui prerequisiti definiti nelle ISO 22002.

 

L’elenco è solamente un titolo di esempio per le maggiori, infatti esistono norme e standard specifici relativi alle caratteristiche dei prodotti, di processo produttivo, geografia, ecc. Oltre quelle per i broker, logistica, packaging, in ambito alimentare.

L’adozione norme e gli standard di certificazione alimentare volontaria possono aiutare le aziende a migliorare la qualità e la sicurezza dei loro prodotti alimentari, nonché a dimostrare ai consumatori il loro impegno per la sostenibilità sociale ed ambientale. Inoltre, la certificazione può essere utilizzata come un vantaggio competitivo per accedere a nuovi mercati e a nuovi clienti.

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